Robinsonade

Capotrave

ideazione e drammaturgia Lucia Franchi e Luca Ricci
collaborazione alla drammaturgia e azione Simone Faloppa e Pietro Naglieri
scena Alessandro Rosa e Licoris Lelli
disegno luci Luca Giovagnoli e Stefan Schweitzer
regia Luca Ricci

produzione CapoTrave
in coproduzione con Armunia Festival InEquilibrio, Kilowatt Festival
con il sostegno di Comune di Pieve Santo Stefano (Ar) e Rialto Santambrogio di Roma

Io sono gettato fuori e separato, così è, da tutto il mondo. Io sono allontanato da ogni traccia di umanità, un solitario, un reietto della società. (Daniel Defoe, Le avventure di Robinson Crusoe)
Molte città hanno un rovescio, una faccia nascosta. (Italo Calvino, Le città invisibili)

Un uomo solo, un’isola deserta: fascino e violenza di questa condizione. Spingersi oltre le soglie della quotidianità, dove le intensità del corpo si muovono libere, nel segreto interiore dell’uomo, fuori dalla progressione luminosa della storia.
L’isola è l’altrove. Sta sotto il nostro mondo, ne è il capovolgimento. Sull’isola finisce tutto quello di cui ci liberiamo.
Il naufragio è un incubo, però l’isola è anche il luogo di un nuovo inizio: la piazza pulita da cui può rinascere ogni cosa. Ma la civiltà regge ancora alla verifica della natura? Oppure l’isola ha un volto oscuro, irto di insidie e cupamente magico?

L’isola è affogata sotto tre strati di plastica: è la rappresentazione diretta di una brutalità, apparentemente inespressa, con cui si confrontano oggi tutti i tentativi di dare a sé un nuovo inizio.
Cento kg. di gommapiuma e più di mille sacchetti di plastica sono l’ambiente contro cui sopravvivere. Un luogo pieno di segni della nostra contemporaneità ma anche tremendamente vuoto, che non risponde, più duro di qualsiasi natura ostile.